L’apertura della finale Tim Cup 2013 tra Lazio e Roma è stata affidata al coreano PSY, al quale però non è stata riservata una calorosa accoglienza: per tutta l’esibizione di “Gangnam Style” sono volati fischi da ogni angolo dello Stadio Olimpico.
Il clima di questa finale era palesemente teso, preannunciato già da settimane con tensioni e polemiche che hanno coinvolto entrambe le squadre, Lazio e Roma, le proprie società e soprattutto i propri giocatori e allenatori.
Tutta questa tensione non ha giovato all’esibizione live di PSY, ospite d’onore annunciato già da tempo, che durante le performance prima di “Gangnam Style” e poi di “Gentleman” è stato sommerso di fischi, cori e addirittura petardi, come riportato dall’agenzia ANSA.
Questo comportamento ha indotto gli organizzatori della manifestazione ad alzare notevolmente l’audio della base e del cantato dei due singoli, nel vano tentativo di coprire questo dissenso continuo, manifestato da entrambe le tifoserie. Dissenso, al suo apice quando è terminata la performance del cantante coreano.
Un pò di imbarazzo anche per la presentatrice Carolina Di Domenico e chiaramente per PSY, che si è congedato con un semplice “Grazie“, aggiungendo col suo fare ingenuo che capisce lo Stadio Olimpico “perché è come in Corea”.
Tutt’altra storia, per fortuna, per Malika Ayane, a cui era stato affidato l’ “ingrato” compito di cantare l’Inno Nazionale, da sempre (in particolar modo negli ultimi anni) un interrogativo su come possa essere accettato dalle varie tifoserie di turno che giungono alla finale della Tim Cup.
Dicevo, per fortuna tutto bene per Malika, che ha eseguito una performance impeccabile, nonostante la sua visibile emozione, ricevendo applausi da tutto l’intero pubblico presente allo Stadio Olimpico (circa 80000 tifosi).
